Come osserva Sergio Romano nella nota introduttiva, dopo la crisi delle ideologie e la sconfitta della “ragione rivoluzionaria” è oggi possibile prescindere dalle passioni di parte e riconsiderare la Rivoluzione francese con maggior distacco ed equità. È quanto aveva già fatto Augustin Cochin in questo libro scritto tra il 1904 e il 1912 che, riletto oggi, acquista rinnovato valore e importanza. Cochin spiega come sia stato possibile che la Francia del XVIII secolo si sia bruscamente allontanata dalla propria storia secolare, vedendo nella nascita dello homo ideologicus la diretta conseguenza dello sviluppo del pensiero illuminista: in nome della Libertà, la Rivoluzione preparò la soppressione delle singole libertà dei cittadini. Come non vedere nell’ideologia del giacobinismo i germi del terrorismo moderno? Leggere oggi Cochin consente di proiettare la Rivoluzione francese oltre il suo tempo per capire i meccanismi di potere che sovrintendono in ogni società la formazione del consenso, e che portano inevitabilmente un movimento liberatorio a trasformarsi in puro discorso ideologico che ignora la realtà e cerca di farle violenza.