La pubblicazione degli scritti giovanili di Marx se da una parte ha rivelato alla tradizionale letteratura marxista la ricchezza della speculazione filosofica del « giovane » Marx, dall’altra ha segnato il sorgere di un equivoco sulla presunta « frattura » tra il « giovane » Marx (pensatore fondamentalmente umanista) e il Marx « maturo » (rigidamente materialista e determinista). Avineri contesta l’esistenza di tale frattura e fonda la sua affermazione su un’analisi approfondita dell’opera marxiana, che egli considera come un tutto unico, mentre osserva una netta distinzione tra gli scritti di Marx e quelli di Engels. Nel suo studio l’autore si propone di esaminare i vari aspetti del pensiero politico e sociale di Marx in relazione alle loro origini intellettuali. Mettendo in luce sia il debito di Marx verso il sistema hegeliano, sia la sua opposizione ad esso, Avineri sostiene che l’eredità hegeliana ha formato la visione della società futura di Marx e la sua concezione del proletariato come « classe universale ». Ed è proprio questa eredità, conclude l’autore, che lascia presagire i problemi cui si troveranno di fronte i teorici marxisti.