Nella primavera del 1944, nel pieno della guerra di Liberazione, Palmiro Togliatti, con l’appoggio dell’Unione Sovietica, apre la strada a un compromesso tra tutti i partiti antifascisti, la monarchia e Badoglio. Conosciuta come “svolta di Salerno”, questa mossa audace e apparentemente improvvisa del leader comunista ebbe il merito di sbloccare la situazione di stallo in cui si trovava il paese, legittimando definitivamente il Pci. Oltre all’intervento tenuto di fronte ai quadri del partito napoletano l’11 aprile del ’44, pubblichiamo in questo volume il discorso tenuto al teatro Brancaccio di Roma il 9 luglio del 1944 e quello pronunciato a Torino il 13 giugno 1960, qui presentato in una nuova e più fedele trascrizione. Nel comizio romano, scandito dagli applausi e dai commenti del pubblico, Togliatti, con innegabile arte oratoria, riesce a dare a un uditorio dai forti sentimenti antimonarchici il senso dell’urgenza assoluta di unire tutte le forze antifasciste; mentre in quello torinese torna sulle ragioni della svolta, riaffermandone la validità. Presentati dallo storico Aldo Agosti, i tre documenti rappresentano i tasselli fondamentali di una strategia politica che per alcuni fu l’atto di nascita di un grande partito nazionale e per altri il segno di una “rivoluzione mancata”.