Tra l’estate e l’autunno del 1968 Foucault e il critico Claude Bonnefoy progettano una serie d’incontri per realizzare un libro di conversazioni/interviste. In questa trascrizione del primo di tali incontri, Foucault si abbandona a un esercizio della parola molto diverso da quello a cui ci ha abituato. In un clima di grande libertà, egli affronta per la prima e unica volta il suo rapporto con la scrittura, intrecciando in maniera mirabile elementi autobiografici e riflessione filosofica. “Per me scrivere è avere a che fare con la morte degli altri, è essenzialmente avere a che fare con gli altri in quanto sono già morti. In un certo senso parlo sul cadavere degli altri”. (Michel Foucault)