«Vorrei porre il Settecento sotto le luci incrociate di alcuni problemi della storia delle idee, sperando di dimostrare come questo incrociarsi riveli almeno alcuni punti essenziali della storia dell’illuminismo. Al centro sarà il problema del valore della tradizione repubblicana nella formazione e nello sviluppo dei lumi. Ciò ci condurrà al cuore stesso del rapporto tra utopia e riforma». Che cos’è l’illuminismo? Per tre linee d’indagine, diverse e convergenti, si è cercato in queste lezioni tenute a Cambridge, nel ricordo di George Macaulay Trevelyan, di giungere al nocciolo di questo antico e sempre vivo problema. La tradizione politica delle repubbliche soprvvissute o rinate ai margini dei grandi stati assolutistici del Cinque e Seicento, da Venezia all’Olanda, da Genova a Ginevra, passando per la rivoluzione repubblicana inglese, vien qui ritrovata come radice nascosta e vigorosa della settecentesca età dei lumi. Montesquieu, Diderot, Rousseau se ne nutriranno, alla soglia della rivoluzione democratica della fine del secolo. Il sogno d’un ritorno a un passato di libertà cittadine confluirà nel grande moto di rinnovamento dell’Europa intera. Né utopia e riforma prenderanno allora forme politiche soltanto, ma etiche e giuridiche, come dimostra il grande dibattito illuminista sul diritto di punire, che viene qui preso in esame. Nella lezione conclusiva si cerca di cogliere il ritmo cronologico e di descrivere l’estendersi nello spazio europeo del sempre rinascente dialogo settecentesco di utopia e di riforma.
Non lo trovo…
Neppure io lo trovo.
Non c’è.