Vienna anni Venti. A parlare qui in prima persona – e a redigere in tal modo una sorta di memoriale a propria discolpa – è il barone von Yosch, militare in congedo, follemente innamorato dell’avvenente Dina, andata in sposa a un celebre e osannato attore. L’improvvisa morte di quest’ultimo – secondo di una serie di delitti camuffati da suicidi, che nell’arco di cinque giorni funestano come un «tragico incubo» la vita della capitale – avviene in circostanze tali da far convergere ogni sospetto sul giovane barone. Il quale si lancia così in un’accanita caccia al misterioso assassino, che pare sempre più assumere le fattezze diaboliche di uno spettro emerso da secoli remoti, di una potenza arcana: il «terribile nemico» che ognuno di noi alberga in sé, assopito ma pronto a destarsi dal letargo, specie se a risvegliarlo è il richiamo dell’arte. Sempre intento a perlustrare i territori ambigui che si schiudono oltre la soglia della ragione e della norma, Perutz costruisce con questo romanzo un thriller metafisico, un intrigo a scatole cinesi in cui, elusa ogni barriera di spazio e di tempo e ogni logica umana, i protagonisti, e con essi il lettore, sono ben presto indotti a scontrarsi con una dimensione del reale instabile, minacciata dalla presenza di forze demoniache, da pulsioni oscure alle quali si può soltanto soccombere.