Pubblicato nel 1965, questo libro fu una voce guida del movimento che si chiamò del marxismo critico contro le illusioni riformiste e progressiste, come contro quelle dell’immobilismo filosovietico di allora. Le pagine sulla fine simultanea del mandato degli scrittori e dell’antifascismo, insieme alla critica radicale di ideologie e mitologie avanguardistiche e tecnocratiche, contribuirono a formare la parte migliore degli uomini del ’68. Libro di «critica e di istituzioni letterarie», il discorso etico-politico vi è connesso a quello che indaga la «condizione di ospite» dello scrittore odierno. Gli studi sulla critica stilistica, su Auerbach e Goldmann, sulla recezione di Lukacs in Italia, su Herzen, Pasternak, Proust, Tolstoj, Kafka, Brecht, vogliono essere letti in unità con i saggi di idee, di metodo e di prospettive. Ma chi le legga ora può rimanere stupito della forza di analisi e di intenti tuttora attuali. E delle anticipazioni. «Solo mani superstiti a corpi inceneriti sanno annunciare la rovina degli imperi. Con la storia contro la storia» (da Le mani di Radek, 1963).
Dalla prima all’ultima parola, è questo un libro «scritto». Al passo della ragione, scandito da un denso ritmo mentale, formula domande ai giovani di oggi, chiede scelte e risposte.
Release a cura di Antonio Allegra