Leggendo questo romanzo, cui Rilke lavorò ininterrottamente per anni e che pubblicò nel 1910, emerge la percezione della fatalità di un fallimento: quello rappresentato dalla sconsacrazione subita dall’arte nell’età moderna. Ma il “Malte”, libro tutto permeato d’interni e d’interiorità, di nomi e di nomi di cose, che riesce a tradurre in parola anche gli eventi più infimi e impercettibili, è una delle poche opere poste sulla soglia della modernità letteraria.