Già apparso in traduzione italiana, “Nel castello di Barbablù” torna in libreria dopo una lunga assenza. È una penetrante analisi del collasso della cultura occidentale avvenuto nella seconda metà del Novecento. Prendendo come spunto simbolico Barbablù – il terribile assassino, inventato nel 1697 da Charles Perrault, che nel suo castello consuma gli omicidi delle mogli -, Steiner mette sotto processo il mondo moderno, quello che, dopo aver costruito tante speranze, ha invece prodotto trent’anni di guerra (1914-1945), ha burocratizzato lo sterminio e ha portato il mondo alla soglia dell’autodistruzione totale con la sola pressione di un pulsante nucleare. Da questo incubo si può uscire soltanto aprendo la porta Proibita del castello di Barbablù, quella che ci mette di fronte alla desolante realtà. Solo da qui si potrà ripartire.