Capitolo conclusivo della Recherche du temps perdu, Il Tempo ritrovato (1927) getta sull’intera opera una luce retrospettiva che dà senso e valore a tutti gli episodi narrati, anche a quelli che potrebbero sembrare “tempo sprecato”. In una Parigi e in una Combray che non sfuggono alla distruzione bellica, il Narratore compie le esperienze decisive, fino a scoprire, grazie a una semplice pietra sconnessa, il ruolo fondamentale delle memorie involontarie e, con esso, la propria vocazione letteraria: la narrazione torna così a chiudersi sul proprio inizio, celebrando la vittoria dell’arte sul Tempo e sulla morte.
Prodezza superlativa! Altro che la Nazionale (si parva licet…)
Grazie, come sempre, per questo blog: con la Ricerca meriti un premio.
(ma prima o poi avremo un po’ di kant?)
Lo stavo giusto cercando. Coincidenza perfetta. Grazie.
Lissandrino
Ti sei ufficialmente superato: dopo questa meriti la beatificazione o almeno la presidenza degli USA.
Di questi tempi? 😈