In questo romanzo, che chiude la trilogia dei Sonnambuli, ritroviamo Joachim von Pasenow e August Esch, i protagonisti dei primi due romanzi, in una piccola città della Renania nel 1918. Il primo è a capo del presidio militare. Il secondo è diventato il proprietario di un giornale locale. Ai due, che nel frattempo sono diventati amici, si contrappone Huguenau, il «realista», che in un mondo senza fede vuole salvare solo se stesso. Disertore, arrivista e truffatore, Huguenau è il prototipo, afferma Broch, «del criminale che in modo del tutto innocente porta a compimento nella realtà il suo sogno infantile». Non è un caso che sia proprio lui ad assassinare Esch, non provando peraltro nessuna colpa. Affrancato da ogni valore, Huguenau è libero di compiere qualsiasi azione. Chi può condannarlo? Nessuno. Tanto che alla fine, ritornato nella sua città, gli toccherà in sorte un buon matrimonio e una vita del tutto rispettabile nella società e nel mondo del commercio. Tuttavia, il racconto romanzesco di Huguenau è solo una delle cinque forme utilizzate dall’autore in questo terzo romanzo. «Il progresso incessante dello scatenamento dell’irrazionale, spogliato delle filosofie dell’universo in cui si era fissato, può legittimamente travasarsi nello stile e consentire a quest’ultimo di impiegare tutti i procedimenti…». Così Broch in una sua lettera. «Impiegare tutti i Procedimenti»: la poesia (La storia della giovane salutista di Berlino), il reportage (ambientato in un ospedale militare), la novella (la storia intimista di Hanna Wendling), il saggio sulla Disgregazione dei valori (vera e propria filosofia della Storia) significa entrare nell’epoca del «romanzo gnoseologico» e «polistorico», cioè del romanzo in grado di includere, senza perdere la sua identità e la sua capacità cognitiva, la poesia, la filosofia e la scienza. Infatti, in un mondo senza più unità nè etica né filosofica né scientifica e frazionato in migliaia di specializzazioni, il romanzo per Broch è «lo specchio di tutte le altre immagini del mondo», l’ultimo avamposto per cogliere la vita umana nella sua totalità.
Qualcosina di Agamben possiamo aspettarcelo? Grazie sempre.- Velien –
Di agamben si trova tanto materiale in rete, soprattutto in scan, grazie agli amici di Scribd. Tra i libri importanti mancano solo Homo sacer (che possiedo in cartaceo), "Stanze" e "Categorie italiane" (che invece non ho). Agamben è certamente un pensatore importante, quindi non escludo a priori di fare l'ocr delle sue opere. Per adesso mi sto concentrando su un certo filosofo francese, vedrete settimana prossima.
In scan faccio fatica a leggere. Aspetto senza nessunissima fretta gli ocr.Grazie sempre- Velien –
ho l'acquolina in bocca…grazie
qualcosa di Anna Maria Ortese (in sonno e in veglia, Alonso)sarebbe possibile mettere?Grazie per lo spendido sito.
Della Ortese ho solo Il cardillo addolorato e Il mare non bagna Napoli, spiacente.
Grazie lo stesso!Gia' che ci sono, provo con i seguenti: Javier Marias, Manganelli, Landolfi? Ancora grazie infinite per l'incommensurabile opera di bene che stai facendo con questo sito!Ho appena visto il coming soon di Deleuze….Grandissimo.