Con la consueta, grandiosa leggerezza, l’autore argentino ci guida, sbalorditi, in una visionaria ricognizione: i mostri che, in ordinata successione, popolano queste pagine, fanno parte del patrimonio di conoscenza delle civiltà occidentali e orientali, e si incontrano tanto nei classici che nella tradizione orale. Si apprenderà, ad esempio, dell’agnello vegetale della Tartaria, detto anche borametz, del simurg, uccello immortale che nidifica tra i rami dell’Albero della Scienza. Si parlerà del cane Cerbero, del mirmicoleone, ma anche della Scimmia dell’inchiostro o del centoteste e cosí via. Il lettore potrà indagare da solo la veridicità di queste creature, e il senso profondo delle metafore.