Con questa breve storia Joanna Bourke intende raccontare la seconda guerra mondiale non negli usuali termini politico-militari, ma come immane disastro abbattutosi sulle persone e sulle popolazioni che vi furono coinvolte. E’ una storia della guerra vista dalla parte della gente, la cui voce, rintracciata nei diari o nelle testimonianze orali, dà una misura diversa, insondata dalle statistiche, di traumi come quello della perdita, della prigionia e dell’esilio. I fatti vengono esposti fronte dopo fronte: dall’Europa occidentale alla battaglia dell’Atlantico, dalla Cina al sud-est asiatico e al Pacifico, dai Balcani all’Italia e all’Africa, al fronte orientale. Ma l’attenzione va all’esperienza dei singoli, alla testimonianza diretta del loro vissuto (si tratti di partigiani deportati o di soldati torturatori, di vittime o di carnefici), al campionario tragico di violenze di una guerra che le ha sperimentate tutte, dal genocidio ai bombardamenti a tappeto, fino alla bomba atomica, e che ha prodotto più morti, e più morti civili, di ogni altra precedente.